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La maggiore confessione del protestantesimo. Il luteranesimo si ispira direttamente alla figura di Martin Lutero, il monaco agostiniano che, desideroso di riformare il cattolicesimo occidentale, giunse allo scontro aperto con il papa e alla fondazione di comunità indipendenti, da lui denominate "evangeliche" e organizzate poi, in Germania, ma soprattutto nei paesi scandinavi, come Chiese nazionali.
Secondo l'insegnamento di Lutero la salvezza non rappresenta il premio attribuito all'uomo per i suoi meriti, bensì il supremo dono di Dio che concede la sua grazia agli uomini, indistintamente peccatori in quanto schiavi del peccato originale e incapaci, pertanto, di salvarsi in virtù delle proprie forze. L'iniziativa della salvezza è dunque opera di Dio, e all'uomo non resta che confidare con tutto se stesso nell'amore infinito del Padre, secondo la celebre formula della giustificazione "per sola fede": le buone opere, di per sé insufficienti ai fini della salvezza, sarebbero semplicemente il frutto tangibile e conseguente della fede e il segno della presenza della grazia.
Momento centrale della vita della Chiesa luterana è la proclamazione della Parola di Dio: alla Bibbia è riconosciuta l'autorità suprema in materia di fede e di etica, tanto che la comunità accetta come sacramenti soltanto il battesimo e la cena del Signore, considerandoli istituiti direttamente da Cristo sulla base dei dati biblici. Fin da principio il luteranesimo ha rifiutato il latino come lingua liturgica, celebrando il culto nella lingua del popolo, sottolineando – a differenza di quanto accadeva nella Messa cattolica – l'importanza del sermone come illustrazione della Scrittura. Nella celebrazione dell'Eucaristia tutti i partecipanti si comunicano sotto entrambe le specie del pane e del vino e, a differenza di altre denominazioni protestanti, il luteranesimo non nega la presenza reale di Cristo nelle due sostanze (Consustanziazione), attenendosi alle parole: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue" attribuite a Gesù dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 26:26-28). Diversamente dal cattolicesimo, la funzione sacerdotale è attribuita simbolicamente all'intero popolo dei credenti. Il pastore è pertanto un semplice ministro di culto e non è tenuto al celibato. Conseguenza diretta del valore non meritorio attribuito alle opere è il rifiuto del culto dei santi.
Il canone biblico accettato dai luterani è quello ebraico, anche se viene incoraggiata come pratica devozionale la lettura di quei libri dell'Antico Testamento che, definiti "apocrifi" dalla tradizione ebraica e protestante, sono diventati parte del canone cattolico con il nome di "deuterocanonici". Il simbolo niceno-costantinopolitano viene regolarmente proclamato nel culto insieme col simbolo apostolico e, fra gli scritti di Lutero, si attribuisce valore dottrinale agli Articoli di Smalcalda (1537), al Piccolo catechismo (1529) e al Grande catechismo (1529), a cui si affiancano la Confessione di Augusta (1530), l'Apologia della confessione di Augusta (1531), il Trattato sul potere e il primato del papa (1529) e la Formula di Concordia (1577), redatta da una commissione teologica dopo la morte del riformatore. Questi testi formano, con gli antichi simboli, il Libro della Concordia, che venne adottato dalle città e dai prìncipi luterani nel 1580.
Strettamente legata alle vicende politiche è la storia più antica del luteranesimo: fallito il tentativo di repressione violenta compiuto da parte dell'imperatore Carlo V, impegnato a fronteggiare la concomitante minaccia dei turchi, il nuovo movimento religioso poté diffondersi, nonostante l'editto di Worms (1521) che lo metteva al bando, fino ad arrivare, dopo alcune guerre di religione, alla pace di Augusta (1555). Con questo accordo si riconobbe la religione del principe di ciascun territorio dell'impero come religione di tutti i sudditi, legittimando così il luteranesimo già adottato da numerosi principi e riconoscendo a essi il ruolo di egemonia sulle chiese. Scongiurato con la sottoscrizione della Formula di Concordia il rischio di un conflitto armato fra le diverse fazioni politiche del luteranesimo, il movimento riuscì a sopravvivere anche alle vicende drammatiche della guerra dei Trent'anni fino alla pace di Vestfalia (1648), che sancì la fine delle guerre di religione in Europa.
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