Lutero, Martin
(Eisleben 1483-1546), teologo e riformatore tedesco, artefice della
Riforma protestante. Figura di notevole spessore intellettuale
e umano, esercitò un grande influsso tra i suoi contemporanei divenendo
punto di riferimento di quel vasto movimento che, riproponendosi il ritorno
al Vangelo, diede anche inizio all'età moderna.
Il teologo tedesco Martin Lutero fu l'iniziatore della Riforma
protestante; nel 1517 pubblicò
le 95 tesi in cui criticava aspramente la
simonia delle autorità ecclesiastiche. Lutero asseriva che l'essenza del
cristianesimo non risiede nella complicata organizzazione che fa capo al
papa, ma nella comunicazione diretta tra l'individuo e Dio. Le dottrine
luterane ispirarono altri movimenti protestanti, come il
calvinismo e il presbiterianesimo.
2 - I PRIMI ANNI
Figlio di un minatore arricchitosi ed entrato a far parte dei Vierherrn
(diventando "quadrumviro", uno dei quattro cittadini che difendevano la
comunità davanti al magistrato) a Mansfeld, Lutero studiò a Mansfeld,
Magdeburgo e Eisenach. Entrò diciassettenne all'Università di Erfurt,
conseguendo il diploma di magister artium nel 1505. Iniziò poi gli studi
giuridici su consiglio del padre, ma li interruppe per entrare nel monastero
degli agostiniani osservanti di Erfurt, dove fu ordinato sacerdote nel 1507.
Dedicatosi agli studi di teologia, entrò in amicizia con Johannes von
Staupitz, il vicario generale degli agostiniani e titolare della cattedra di
lectura in Biblia all'Università di Wittenberg, che nel 1508 gli diede
l'incarico di tenere un corso di filosofia morale. Laureatosi in teologia
nel 1511, tornò a Erfurt, dove continuò a insegnare e a studiare
(1509-1511). Nel novembre del 1510 fu inviato a Roma in rappresentanza di
sette monasteri agostiniani e poté osservare da vicino la vita religiosa
della capitale della cristianità, rimanendo profondamente colpito dai
costumi mondani del clero romano. Tornato a Erfurt, fu poi professore a
Wittenberg, dove completò gli studi in teologia acquisendo il dottorato nel
1512 e ottenendo in seguito la cattedra di teologia biblica che tenne fino
alla morte.
Predicatore e professore instancabile, i suoi studi sul Nuovo Testamento lo
indussero a credere che i cristiani non ottengono la salvezza per meriti
propri, ma per grazia divina, da essi accettata per fede; questa scoperta fu
cruciale nella vita di Lutero, portandolo a rigettare alcuni dogmi
fondamentali della Chiesa cattolica.
3 - L'ESORDIO DELLA RIFORMA
Secondo la testimonianza di
Melantone, peraltro non presente ai fatti, il 31
ottobre 1517 Lutero affisse sulla porta della Cattedrale di Wittenberg
95
tesi redatte in latino, in cui esprimeva la sua opposizione alla vendita
delle indulgenze promossa da Leone X per la raccolta di fondi destinati a
completare la
Basilica di San Pietro a Roma. Le tesi di Lutero, tradotte
immediatamente in tedesco e divulgate, vennero discusse sia a Wittenberg sia
in altre città tedesche, provocando l'intervento della Curia romana che, dopo aver convocato Lutero dinanzi al cardinale legato
Tommaso De Vio
e dopo un confronto a Lipsia nel 1519 con il teologo Johannes Eck, ne
condannò l'insegnamento il 15 giugno 1520 con la
bolla Exsurge Domine
di Leone X, prima di scomunicarlo nel gennaio del 1521. Convocato a
comparire di fronte all'imperatore Carlo V alla dieta di
Worms nell'aprile del 1521,
Lutero fu invitato a ritrattare le sue tesi; egli rifiutò, sostenendo che le
sue convinzioni derivavano dalla Scrittura e che nessuno era tenuto ad agire
contro la propria coscienza. Messo al bando dall'imperatore, fu salvato con
un finto rapimento dal suo protettore, il principe Federico III il Saggio di
Sassonia, che lo nascose nella fortezza di Wartburg, dove Lutero tradusse in
tedesco dal greco il Nuovo Testamento.
4 - LA GUERRA DEI CONTADINI
Tornato a Wittenberg dopo 16 mesi, Lutero riprese l'insegnamento per
difendere la propria dottrina dalle interpretazioni più radicali ed
estremistiche della riforma religiosa (Anabattisti), che sul piano
sociale sarebbero sfociate nella cosiddetta
Guerra
dei contadini
(1524-1526). Di fronte alle stragi e alle violenze prodotte dalla rivolta
antifeudale Lutero invitò i principi tedeschi a schiacciare la ribellione e
a restaurare l'ordine. Nel frattempo aveva esposto le sue dottrine in alcune
opere fondamentali come Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca (1520),
Sulla cattività babilonese della Chiesa (1520), Sulla libertà del cristiano
(1520), De servo arbitrio (1525), e il suo più noto Piccolo Catechismo
(1529), in cui formulò prescrizioni liturgiche, disposizioni per la
predicazione e la lettura della parola di Dio e il canto corale. Non potendo
difendere di persona la sua dottrina alla Dieta di Augusta perché
scomunicato, Lutero affidò l'incarico di sostenere la Riforma a
Melantone:
il testo, noto come
Confessione di Augusta (1530), costituisce ancora oggi
la base della dottrina luterana insieme con gli Articoli di Smalcalda,
redatti dallo stesso Lutero. Nel 1534 Lutero completò la traduzione
dell'Antico Testamento dall'ebraico; nel frattempo la sua fama si era
diffusa in tutta Europa e il suo invito ai principi perché si rendessero
indipendenti dall'autorità ecclesiastica trovò ampi consensi.
5 - GLI ULTIMI ANNI
Dal 1537 Lutero, oppresso da problemi di salute, si dedicò prevalentemente a
scritti polemici. Preoccupato dal risorgere del papato e per quello che egli
interpretò come un tentativo degli ebrei di approfittare della disputa
religiosa tra i cristiani per riaprire la questione del messianismo di
Cristo, ingaggiò una polemica violenta contro di essi, contro il papato e i
riformatori più radicali, gli
anabattisti. All'inizio del 1546 fu chiamato a Mansfeld per risolvere il contrasto tra due principi locali; riuscì
nell'impresa, ma si ammalò e si spense ad Eisleben il 18 febbraio 1546.
6 - LA TEOLOGIA LUTERANA
Lutero non creò un sistema teologico vero e proprio, ciononostante la sua
opera esercitò un'enorme influenza. I suoi scritti traevano ispirazione dai
suoi studi sul Nuovo Testamento e dalla dottrina di sant'Agostino.
6.1 La Legge e il Vangelo
Secondo Lutero Dio comunica con l'uomo mediante la Legge e il Vangelo. La
Legge, esemplificata nei Dieci Comandamenti e nei precetti fondamentali,
esprime le attese di Dio: ognuno, indipendentemente dalle proprie
convinzioni religiose, può accedere alla Legge attraverso la propria
coscienza e le tradizioni etiche della propria cultura, anche se
l'interpretazione di essa è sempre distorta dal peccato. La Legge mantiene
l'ordine nel mondo, nella società e nella vita individuale e avvicina l'uomo
al perdono e a Cristo malgrado il peccato originale.
Dio inoltre si avvicina all'uomo tramite il Vangelo, la "buona novella".
Secondo Lutero la teologia tradizionale incorre nell'errore se confonde la
Legge con il Vangelo: l'uomo pretende di meritare ciò che non può che essere
dono incondizionato della grazia divina, ottenuta in virtù della sola fede:
"sola gratia, sola fide".
6.2 Il peccato
Secondo Lutero i cristiani, in quanto uomini, sono contemporaneamente
peccatori e santi. Il peccato è una caratteristica permanente e diffusa sia
nella Chiesa sia nel mondo, e un santo non è un esempio di moralità, ma un
peccatore che accoglie la grazia divina. A tutti, dai cittadini più
rispettabili ai criminali, è necessario il perdono divino.
6.3 Il finito e l'infinito
Secondo Lutero, Dio si manifesta agli uomini sotto forme finite e terrene,
piuttosto che sotto forma di divinità pura. Per esempio, Dio si rivelò in
Gesù Cristo, che espresse il suo messaggio attraverso le parole umane degli
autori del Nuovo Testamento; i credenti ricevono il suo corpo e il suo
sangue, secondo la formula di Lutero, "nel, con e attraverso" il pane e il
vino della santa Comunione. Lutero negò la tradizionale distinzione tra
attività sacre e attività secolari: nel momento in cui gli esseri umani si
mettono al servizio degli altri e del mondo e ottemperano alle proprie
"vocazioni" come madri, padri, artigiani, governanti o sudditi, sono tutti
strumenti di Dio, che agisce nel mondo attraverso di essi.
6.4 La teologia della Croce
La teologia cristiana, secondo Lutero, è la teologia della Croce più che una
teologia della gloria. L'uomo non può arrivare a Dio mediante la filosofia o
l'etica, ma deve lasciarsi guidare da Dio e può raggiungerlo solo
corrispondendo nella fede alla sua rivelazione: Dio rivela la sua sapienza
nell'umiltà della preghiera, il suo potere nella sofferenza, e il segreto
dell'esistenza attraverso la morte di Gesù Cristo sulla croce.
Bibliografia
Bainton, R., La riforma,
Einaudi, Torino 1958.
Bainton, R., Lutero,
Einaudi, Torino 1969.
Cantimori, D., Lutero,
Einaudi, Torino 1969.
Febvre, L., Martino
Lutero, Laterza, Roma-Bari 1969.
Miegge, G., Lutero
giovane, Feltrinelli, Milano 1964.
Riardon, M.G., Il pensiero
religioso della Riforma, Laterza, Roma-Bari 1984.
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